Il ritorno del lupo nel Vco
Dopo oltre novant’anni il lupo è tornato a ripopolare le nostre montagne. Dall’abbattimento dell’ultimo lupo in Ossola: ucciso dal pievese Giovanni Borghini (Giuvanin dul luv) all’alpe Mazzuccherro (“Mazucher”) sopra Pieve il 14 gennaio 1927 alle ore 9, il predatore era scomparso dai monti ossolani.
Poi negli anni duemila le prime segnalazioni: nella vicina valle di Saas, nell’alta Val Bognanco, in Valle Antrona e poi a Vogogna (investito dal treno) e la testimonianza, nel 2003, di Natale Chiarinotti: “Nella zona del Passo del Mottone, in Comune di Calasca, abbiamo trovato alcune carcasse di pecora sbranate. Altri corpi putrefacevano sulle coste dell’omonimo pizzo o giacevano sfracellati nei dirupi del versante antronese. Non abbiamo mai visto o sentito nulla, ma ogni settimana, con una sinistra cadenza, il lupo tornava a colpire”.
Ma oggi il lupo è tornato. Dopo alcune segnalazioni in Valle Anzasca, non suffragate da prove certe, ecco l’episodio inconfutabile accaduto lo scorso mese di marzo, ad Anzino con l’uccisione di due pecore e l’avvistamento certo di una coppia di lupi nella piana di Ornavasso. Gli argomenti collegati al ritorno del lupo saranno presentati e discussi da Massimo Mattioli, dottore forestale nel corso della specifica serata che si terrà a Macugnaga il prossimo 8 aprile, alle ore 21 presso la Kongresshaus. Il dottor Mattioli illustrerà: Come è arrivato il lupo nel Vco? Il lupo si diffonderà nel Vco e in Valle Anzasca? Il lupo aggredisce e potrebbe uccidere gli esseri umani? Ci sono rischi per il bestiame domestico? Perché l’uomo ha da sempre cercato di sterminare il lupo?
Nel frattempo, guardando nel vicino Canton Vallese, troviamo una situazione molto analoga o meglio una presenza ancor maggiore del lupo sulle montagne vallesane. Il biologo Yvon Cretenand, dell'Ufficio cantonale della caccia, della pesca e della fauna ha recentemente dichiarato: «In Vallese sono stati identificati e accertati 10 lupi, ma qualche altro esemplare potrebbe essere presente. Abbiamo registrato un aumento significativo delle loro predazioni che ha raggiunto il record, predazioni in regola con ciò che avviene sia in Francia sia in Valle d’Aosta. Va comunque ricordato che il lupo è e resta un predatore. Grazie all’utilizzo di trappole fotografiche possiamo documentare che nel bosco di Pfynwald, sito protetto del parco regionale naturale Pfyn-Finges, è attualmente presente un branco di quattro lupi, tre maschi e una femmina che vivono e cacciano assieme».
Come avvenuto nella recente riunione tenutasi ad Ornavasso resta comunque utile una migliore conoscenza del lupo, delle sue abitudini e della convivenza con questo grande predatore che sta trovando nel nostro ambiente montano un perfetto habitat corrispondente alle sue esigenze. Il lupo simbolo di una crescente biodiversità alpina.
In Ossola è stato istituito un apposito gruppo di lavoro che studia e monitora la presenza del lupo sulle nostre montagne, gruppo formato da: Aree Protette dell'Ossola, Parco Nazionale Valgrande, Carabinieri Forestali, Polizia Provinciale e con il supporto di alcune sezioni del Club Alpino Italiano.