Lupo in Anzasca, cinque ad Isella ed altre segnalazioni
Continua il dibattito sulla comparsa del lupo a Macugnaga e in Valle Anzasca. A Macugnaga in municipio si è tenuta una riunione fra amministratori comunali e Polizia Provinciale, i Carabinieri forestali del Parco della Val Grande e i tecnici delle Aree Protette dell’Ossola, referenti per l’Ossola del progetto Life Wolfalps.
È stata confermata la presenza del lupo sul territorio macugnaghese ed assicurato un costante monitoraggio della zona e confermato che la situazione attuale non rivela elementi di criticità oggettiva.
Nel frattempo si susseguono gli avvistamenti dei lupi. Dopo i cinque esemplari visti a Isella, giovedì scorso, due lupi sono stati segnalati nelle adiacenze di Pestarena mentre due giovani, Davide Tabachi e Roberto Lanti, a Isella hanno piazzato una foto trappola che ha immortalato il ritorno di due lupi sulla zona dove era stato ucciso il capriolo nell’attacco di giovedì. Fra Borgone e Ceppo Morelli è stato dilaniato un cervo a poche decine di metri dalla case. Voci ancora non confermate segnalerebbero la presenza di due lupi anche sulle alture fra Castiglione e il territorio di Piedimulera.
Sulla nuova edizione de “Il Rosa”, a firma di Marco Sonzogni, leggiamo: “Sono state trovate carcasse sulla cima del pizzo San Martino a quasi tremila metri di quota, ma un cavallino è stato sbranato a Calasca vicino alla provinciale per Macugnaga. Il lupo è stato visto in val Segnara e in val Tignaga. All’alpe Asinelli nel territorio di Vanzone, è scomparso nel nulla un vitellino Highlander. Testimoni assicurano che è stata vista una femmina con due piccoli nel territorio di Bannio”.
Questo succedersi di segnalazioni non fa altro che testimoniare il ritorno stanziale del lupo nel territorio della Valle Anzasca. Non si tratta più di singoli animali in dispersione. Certamente il ritorno del lupo certifica l’alta qualità dell’ambiente anzaschino. Natura incontaminata e buona presenza di fauna. Il lupo resta al vertice della catena alimentare ed è un anello importante dell’ecosistema. Le contigue vallate del Canton Vallese sono anch’esse interessate dal ritorno del lupo. Nel totale del Cantone sono stati censiti due branchi di lupi. Diciotto esemplari sono stati identificati mentre le autorità cantonali stimano esserci altri 30-35 capi nel territorio vallesano.
Yvon Crettenand, biologo cantonale precisa che il numero totale dei lupi è in continua evoluzione. Mentre iI “Servizio di caccia e pesca e controllo della fauna” ha constatato, nel solo alto Vallese, l’uccisione di 66 capi di bestiame da reddito che per l’80% del valore sarà rimborsato dalla Confederazione. Dalla stessa organizzazione si apprende che nel corso del 2019 non sì è mai verificata la necessità di intervento e abbattimento di lupi.
In Valle Anzasca, dove la presenza stanziale del lupo mancava da circa cent’anni, andrà ripensato e rimodulato l’allevamento tradizionale a causa del ritorno del grande predatore. Ci saranno predazioni di animali da reddito ma chi pagherà? A quali condizioni? Assisteremo ad un irreversibile cambiamento epocale. Nel frattempo la nostra valle viene lentamente e sistematicamente colonizzata dal lupo che si riappropria del territorio. Le tradizioni di paese ricordano le antiche “luere” (profonde buche trappola per i lupi). Molti sono i toponimi che ricordano e richiamano la presenza del lupo. A Forno in Val Strona, (dove sono stati filmati due lupi) il giorno di San Valentino, viene celebrata la “S. Messa del lupo” in cui si chiede l’intercessione del santo affinché protegga le greggi, gli armenti e le persone.
Da parte sua anche l’Europa guarda al ritorno del lupo e, con il progetto internazionale Life Wolfalps, punta ad una gestione coordinata della popolazione di lupo sull’arco alpino. Oltre al monitoraggio, il progetto contempla misure di prevenzione degli attacchi da lupo sugli animali domestici, azioni per contrastare il bracconaggio e strategie di controllo dell’ibridazione lupo-cane, necessarie per mantenere a lungo termine la diversità genetica della popolazione alpina di lupo. Altri interventi importanti riguardano infine la comunicazione, necessaria per diffondere la conoscenza della specie, sfatare falsi miti e credenze e incentivare la tolleranza nei confronti del lupo.