Complimenti, dottoressa Burgener
C’è una nuova dottoressa in Valle Anzasca: martedì 11 Luglio, presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale, si è laureata a Novara in medicina e chirurgia Alessia Burgener. La sua tesi ha ottenuto una votazione strepitosa: 110 e lode con menzione. Il massimo. Si tratta di un grande successo per la giovanissima macugnaghese, un motivo di orgoglio per la sua famiglia, il paese, la Valle.
Tutto però lo lasciava prevedere, a cominciare dalla sua carriera scolastica eccellente, portata aventi “con impegno e costanza ammirevoli”, come ha detto la sua maestra delle elementari, che ne ricorda ancora adesso l’amore per la lettura. Alessia ha finito il suo ciclo di studi in sei anni: non ha perso un colpo, come suol dirsi.
L’ho conosciuta piccolissima: tra noi c’è uno scherzoso rapporto di amicizia che mi consente di intervistarla a modo mio.
“Ciao, Alessia. Complimenti”
“Ciao, Elena”, mi risponde e spiega: “Ieri ho assistito alla laurea dei miei amici e compagni di corso. E’ stata un’emozione forte anche essere tra il pubblico”.
“Ma due giorni fa è toccato a te. Come è stato?”
“Bello ed emozionante. Era la fine di un percorso e l’inizio di un futuro che non so cosa mi riserverà, ma mi impegnerò per portare avanti la mia scelta”.
“Come nasce il tuo amore per la medicina ?”
“Da piccola ero spesso alla fattoria di mio zio Silvio e pensavo di fare la veterinaria, per aiutare gli animali. Se avevano mal di stomaco non potevano dirlo, pensavo.”
“Da piccola hai mai aperto la pancia dei bambolotti che ti venivano regalati?”
“No, non l’ho mai fatto. Li trattavo bene”.
“Ricordo di essere passata un giorno dal negozio della tua mamma a Bocca e di averti trovato tutta soddisfatta e sorridente. Mi hai detto: “Ho visto la mia prima autopsia: che bello!”. Era un segno?”
“Si, era il segno della mia voglia di imparare, di sapere come funziona davvero il corpo umano, per aiutare i malati”.
In questi anni di formazione, Alessia è stata ad Amsterdam per un soggiorno Erasmus. Presso il Dipartimento di Terapia Intensiva della città olandese ha fatto parte di un gruppo internazionale di ricerca che si è occupato dell’utilizzo dell’ossigeno nei primi giorni di ricovero dei malati di Covid. Il lavoro è stato pubblicato nel 2023. Ha anche vinto borse di studio importanti, fra cui una della fondazione Tonolli, svolgendo un elaborato in cui ha sostenuto come il potere della Medicina debba essere posto al servizio delle persone. Alessia è molto schiva su tutto questo: la modestia è una delle sue caratteristiche principali.
Le chiedo: “ E adesso che farai?”
Risponde: “Vorrei rimanere a Novara, dove mi sono trovata bene, ho cari amici e professori a cui sono molto grata. Venerdì 14 luglio ho affrontato il test per la specializzazione. Ho scelto anestesia e rianimazione”. Alessia è consapevole della difficoltà del settore prescelto, che costringe spesso a lavorare su pazienti in fase critica, in una dimensione di urgenza. Lo stesso medico è sottoposto ad un notevole coinvolgimento emotivo. Le ricordo che un tempo anestesisti e rianimatori erano soprattutto uomini. Alessia mi spiega: “Adesso sono molte le donne che trovi in sala operatoria e accanto a pazienti da rianimare: la medicina è aperta a tutti”.
Negli anni di lontananza da Macugnaga, il legame con la sua terra, con la sua famiglia, papà Sandro, mamma Maria Rita, la sorella Giorgia, la nonna Alda, gli zii e le cuginette Pella si è stretto ancora di più. L’hanno sostenuta e nel suo grande giorno le erano intorno a fare festa.
Alessia ha una grande passione: la musica. Suona il clarinetto basso e il clarinetto nel Premiato Corpo Musicale di Bannio e nella Fanfara Alpina Ossolana. Condivide questo suo amore con Giorgia, sassofono nelle stesse formazioni.
Alla fine dell’intervista il concetto di condivisione è quello che più spesso utilizza. So che le piace viaggiare e alla mia domanda quale sia stato il viaggio che le è rimasto nel cuore, risponde che è stato una trasferta in Portogallo con l’orchestra, dove ha potuto condividere l’esperienza di scoperta di luoghi nuovi con i suoi colleghi musicisti. E fare musica insieme è sempre una condivisione. Confessa:
“Sono abitudinaria, ma mi piace conoscere modi diversi di vivere, di pensare. Ho grande curiosità”.
Ringrazio Alessia della sua disponibilità. La sua prima intervista ci ha fatto conoscere una ragazza seria, motivata, di grandi capacità, che delle persone di montagna ha la tenacia e l’impegno.
Complimenti, dottoressa Burgener.