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Scoperto un insediamento neolitico a Naters in Vallese

Paolo Crosa Lenz

Naters, paesone oltre il Rodano dopo Briga, è conosciuto in Italia perché gemellato con Ornavasso. Il gemellaggio, che porta ogni cinque anni le comunità ad incontrarsi, si basa su una tradizione leggendaria (infondata!) di una presunta origine di Ornavasso da Naters.

Il Vallese sta acquisendo negli ultimi decenni importanza archeologica nella storia europea per importanti ritrovamenti neolitici.
Il Neolitico è riconosciuto come il periodo in cui gli uomini impararono ad addomesticare piante e animali (agricoltura e allevamento) per cui abbandonarono il nomadismo per gli insediamenti stabili. Agli inizi del 2020, nel corso di scavi per la costruzione di una casa per anziani a Naters, è stato scoperto un insediamento di contadini neolitici (III Millennio a.C.) con reperti ceramici decorati, strumenti di selce e di cristallo di rocca. L’insediamento (un’area di 2.500 mq), di cui rimangono pali allineati, focolai e fosse, verrà studiato dal servizio archeologico cantonale di Sion (la Svizzera ha investito per studi e pubblicazioni otto milioni di franchi!).
A Gamsen, lungo la valle che sale al valico del Sempione, è stato a lungo studiato e documentato un insediamento dell’Età del Bronzo, mentre nei pressi delle torbiere del Passo del Sempione sono stati rinvenuti in anni recenti reperti datati ad una presenza umana nel Mesolitico (VIII Milennio a.C.). E questo ci rimanda alla presenza umana all’alpe Veglia, ampiamente e solidamente documentata a Varzo.
L’immagine è il disegno ricostruttivo dell’insediamento protostorico di Gamsen Waldmatte (VI secolo a.C.). (A.Houhot e J. Charrance; da Prime impronte dell’uomo nella regione Sempione-Arbola Celid, 2007)

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