Macugnaga nel Novecento
Nel corso del Novecento, Macugnaga ha vissuto un percorso paradigmatico di quanto avvenuto in molti altri luoghi delle Alpi e che ha per sempre cambiato il volto e il ruolo della più rilevante catena montuosa d’Europa.
Una serie di fenomeni sociali hanno caratterizzato il secolo e hanno delineato il volto attuale: l’abbandono delle tradizionali attività rurali (agricoltura e allevamento) con la fine dei sistemi d’alpeggio, la definitiva affermazione del turismo di massa, la chiusura delle miniere d’oro che ha scritto la parola fine ad una secolare stagione estrattiva, il raddoppio della stagione del turismo con la costruzione degli impianti di risalita, la diffusione del fenomeno immobiliare delle seconde case e degli appartamenti in affitto. Tutto questo, preparato in tempi lenti nei decenni precedenti, avviene in modo repentino negli anni ’60 del Novecento, quando l’Italia del boom economico da paese contadino diventa una nazione industriale. Sono gli anni durante i quali nascono e si consolidano gli stereotipi della “Perla del Rosa” e della “Macugnaga da bere”, delle discoteche improvvisate e degli incontri di boxe: nelle piazze arrivano le automobili di lusso, bar e ristoranti sono invasi da una nuova borghesia rampante.
Sono anche gli anni del grande alpinismo sulla parete est del Monte Rosa: è un alpinismo popolare praticato anche dagli operai, che vede affermarsi la nobile tradizione delle guide alpine di Macugnaga, protagoniste dell’ultima fase esplorativa e delle ascensioni invernali. L’alpinismo di Macugnaga (passione e orgoglio, prima che professione) si libera dalla sudditanza nei confronti degli stranieri per diventare autonomo e maturo. E’ l’epoca di personaggi mitici: Erminio Ranzoni, Giuseppe Oberto, Luciano Bettineschi, Costantino Pala, e molti altri. La diffusione dei mezzi di comunicazione di massa promuove in ambito internazionale l’immagine dell’unica parete himalayana delle Alpi.
Questi fenomeni complessi hanno comportato la diffusione di modelli e stili di vita cittadini con l’abbandono della cultura tradizionale (l’uso domestico del Titsch prima di tutto) e relazioni sociali sempre più sfilacciate. Solo alla fine degli anni ’70 si avvia un processo di recupero del passato e della cultura walser come momento di comune riconoscimento identitario.
Un libro (“Macugnaga nel Novecento” edito da “Il Rosa”) ricostruisce queste vicende, raccontate dai redattori de “Il Rosa”. Non è un libro di storia, ma di memoria, raccontata da immagini inedite in bianco e nero e offerte alla pubblicazione dalle famiglie di Macugnaga che coralmente hanno partecipato all’impresa. Le donne e gli uomini sono i protagonisti dei luoghi e delle cronache. Donne e uomini che, quasi tutti, non ci sono più, ma che possiamo guardare negli occhi grazie alle immagini.
Sono immagini che raccontano gioie e dolori di una comunità, imprese grandi e cambiamenti profondi. Sullo sfondo, la grande ricchezza di Macugnaga: il severo ambiente alpino che schiaccia e modella i destini degli uomini.