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Anna Bettineschi

Paolo Crosa Lenz

I musei sulla civiltà contadina delle Alpi sono tanti e più o meno tutti uguali. Gli strumenti per lavorare la lana, quelli per fare il formaggio, quelli per raccogliere il fieno..… Nei hai visti quattro e li hai visti tutti. A fare la differenza sono le persone che li aprono e li chiudono, che raccontano cosa c’è dentro.

Il più delle volte non lo fanno perché sono pagati, lo fanno per orgoglio e per passione.
La Casa Museo Walser di Macugnaga (Alts Walserhüüs van zer Burfuggu) è bella e mi è molto cara. Per decenni ne è stata custode Anna Bettineschi che, nei primi anni ’80, accolse un giovane studioso e gli dedicò intere giornate descrivendogli con commozione ogni singolo oggetto.
Anna Nava non era di Macugnaga, veniva da Vigevano (nebbia d’inverno e zanzare d’estate), si era stabilita a Macugnaga per matrimonio con Luciano Bettineschi (il “gatto del Rosa”, una delle più grandi guide alpine della seconda metà del Novecento).
Era stata una brava alpinista: aveva scalato la Cresta Signal ed era socia del Club dei 4000, l’esclusivo club a cui sono ammessi solo coloro che hanno scalato la parete est del Monte Rosa. Si era con forza e fatica inserita nella comunità, facendone proprie le tradizioni ed il racconto della civiltà.
Diventammo amici e a lei portai giovani (le scuole della Val d’Ossola) e vecchi (gli “studenti” dell’Unitre). In giornate d’autunno, quando i visitatori se ne erano andati, parlavamo anche di noi (Anna aveva vent’anni più di me). Un giorno le chiesi cosa l’avesse spinta a venire a Macugnaga, in una comunità così chiusa e difficile. Alzò non una, ma due mani al cielo e guardò la grande montagna. Ci accomunava una cosa poco eroica e molto umana: entrambi eravamo “orbi come talpe”; lei con occhiali spessi come fondi di bottiglia ed io con lenti a contatto non sempre pulite.
Ma il Monte Rosa è talmente grande che lo vedevamo bene. Ci accomunava un’altra passione: il ciclismo; lei passava i pomeriggi incollata al televisore e non perdeva una corsa. Come altri, la “Anna di Macugnaga” (come era conosciuta con stima ed affetto tra i Walser dell’Ossola e non solo) contribuì alla fertilità di tanti studi. Mi dicono sia morta all’ospedale di Domodossola per crisi cardiaca. Gli ultimi tempi visse sola, ma la sua memoria appartiene a tutti.

Il Rosa, il giornale di Macugnaga e della Valle Anzasca

Alcune caratteristiche fanno de “Il Rosa” un caso unico sulle Alpi. Il giornale non viene venduto, ma inviato ad “abbonati” che hanno versato liberamente una quota di contributo oppure solamente hanno segnalato l’indirizzo. Da oltre cinquant'anni è forse il primo caso di free press sulle Alpi. E’ un giornale indipendente, non frutto di un’iniziativa imprenditoriale, né istituzionale.


Il Rosa - Giornale di Macugnaga e della Valle Anzasca
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