Dal Monte Rosa alla terra dei faraoni
Presso l’Università degli adulti di Olgiate Comasco, nel meraviglioso contesto del Centro Civico del Medioevo, in provincia di Como, nel pomeriggio di martedì 6 febbraio, dalle 15.30 alle 17.00, lo scrittore Marco Botti ha tenuto una conferenza dal titolo “Dal Monte Rosa alla terra dei faraoni. Giuseppe Botti, una vita per i papiri dell’antico Egitto”, rifacendosi al libro biografico omonimo, inerente la vita e le opere del prozio egittologo, pubblicato da Marco nel 2011, dopo oltre 10 anni di ricerche.
L’ampio salone delle conferenze dove si è tenuta l’iniziativa, era praticamente gremito: quasi 300 gli spettatori convenuti, frequentanti l’anno accademico in corso.
Come sempre, grande interesse e consensi ha suscitato la storia dell’egittologo, primo di dieci figli, partito da Vanzone con San Carlo, inizialmente studioso del dialetto locale, avviatosi alla scienza egittologica sotto la guida di Ernesto Schiaparelli, Direttore del Museo Egizio di Torino.
Comandato come Curatore della Sezione Egizia del Museo Archeologico di Firenze e, infine, docente ordinario di Egittologia presso l’Università La Sapienza di Roma, l’egittologo ossolano fu anche il primo demotista italiano, nonché studioso dell’ingente nucleo di papiri ieratici e demotici scoperti da Carlo Anti a Tebtynis, nell’oasi del Fayyum.
Giuseppe ha lasciato importantissimi pubblicazioni nel settore, soprattutto per ciò che è concernente il materiale papiraceo, ancora oggi utilizzate da chi si avvicina a questa elitaria e difficile disciplina umanistica.
Il successo di quest’ultima conferenza del pronipote Marco, va a coronare un lungo e proficuo periodo di divulgazione della ricostruzione biografica dell’illustre antenato di origini anzaschine, grazie alla pubblicazione di numerosissimi articoli, volumi biografici, mostre e svariate conferenze presso le più prestigiose università, musei e centri culturali e di ricerca, tra i quali l’Accademia delle Scienze di Torino, l’Università La Sapienza di Roma, l’Università Cattolica di Milano, il Museo archeologico e l’Università degli Studi di Parma.