Storie di confine. L'incontro a Domodossola
Domenica 25 febbraio, presso la ex Cappella Mellerio di Domodossola si è tenuto “Storie di confine - Il contrabbando tra le montagne ossolane, vallesane e valdostane” , un incontro organizzato dall’Associazione Culturale Il Rosa, dall’Associazione Sentieri degli Spalloni, dal Museo dello Spallone di Masera e dal Museo della Montagna e del Contrabbando di Macugnaga.
L'evento rientra nel progetto di valorizzazione del fenomeno del contrabbando sulle Alpi e ha avuto l’obiettivo di mostrare come le figure dello “spallone” e del “finanziere scarpone” siano state capaci di unire due territori: la Valle del Gran San Bernardo e la Val d’Ossola, definiti da Bernard Clos (Membro della delegazione ospite ed esperto di storia valdostana) “due popoli cugini”.Oltre ai rappresentanti politici del territorio, come l’Eurodeputato Alessandro Panza, il Consigliere Regionale Alberto Preioni , Sindaci anzaschini Claudio Sonzogni, Giovanni Consagra e Alessandro Bonacci era presente anche il Sindaco di Saint- Rhémy- en- Bosses Alberto Ciabattoni che ha accompagnato l’Associazione valdostana Télécombat.
Quest’ultima ha presentato il documentario “Contrebandjì”, un lungometraggio in patois (con sottotitoli in italiano) che analizza il contrabbando di sigarette nella Valle del Gran San Bernardo durante gli anni ’60.
“Una serata ricca di emozioni a Domodossola, un gemellaggio nato all’ombra del Monte Rosa e del Monte Bianco, resoconti comuni delle nostre Alpi e di gente di montagna: storie di contrabbandieri e finanzieri che si incontrano. La memoria che vive e che si attualizza”, commenta Laurent Viérin (Membro fondatore dell’Associazione Télécombat ed ex Presidente e Assessore della Valle d’Aosta).
Dopo la proiezione di “Contrebandjì” è seguito il lancio del prologo de “Il contrabbando non è peccato”, il documentario degli autori Nicola Buffoni, Alessio Cusano e Andrea Delvescovo che raccoglie le testimonianze dei contrabbandieri e finanzieri ossolani, mostrando i luoghi simbolo del contrabbando di fatica della Val d’Ossola, come il Passo del Monte Moro, del Moscera o dell’Antigine.
A chiudere la manifestazione gli interventi di Paolo Crosa Lenz, che ha lanciato la sfida di costruire oltre all’epica dello spallone anche quella del finanziere scarpone, di Nori Botta che ha raccontato le attività della sua associazione e di Patrizia Testore e Teresio Valsesia che hanno concluso con le curiosità del Museo dello Spallone di Masera e di Macugnaga.
L’incontro in Cappella Mellerio si è concluso al ristorante ossolano Ca' Bussun con una tipica cena ossolana dedicata ai contrabbandieri e finanzieri presenti.
“Storie di confine” è stata l’occasione per testimoniare e ribadire quanto le tematiche comuni siano in grado di unire diversi territori e come ha commentato Bernard Clos “la delegazione valdostana ritorna in Valle d'Aosta carica di emozioni per questo incontro con un popolo cugino che condivide una cultura alpina comune”.