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Adriano Darioli: la storia del biathlon in Val d’Ossola

Andrea Delvescovo

Qualche giorno fa una mia parente che insegna a Magenta, mi ha chiesto se avessi avuto piacere di fare 4 chiacchiere con i suoi ragazzi perchè con il preside della sua scuola hanno organizzato un progetto inerente alle Olimpiadi di Parigi 2024. Ho accettato ed è stata una bella esperienza perchè comunque le domande dei ragazzi delle classi quarte e quinte della scuola elementare Santa Caterina, erano abbastanza tranquille ed è stato bello per quello.

Nella stagione '78/'79 ho fatto la scelta di passare dalla nazionale A di fondo e di provare il biathlon e con me c’era anche Paolo Vairoli di Trasquera.  Nel maggio 1980 ci siamo trovati ad Anterselva (Bz)  a provare questa esperienza e la cosa mi è piaciuta ed è proseguita, altrimenti se vedevo che non era il mio sport sarei ritornato al fondo.
In seguito ci sono stati giovani ossolani come Aldo De Gaudenzi che ha fatto 2/3 anni a livello giovanile e Riccardo Maccagno che non era nel giro delle nazionali ma ha fatto delle gare. Nel 1986 ho smesso per causa di problemi di salute; non riuscivo a raggiungere gli obiettivi posti e la Federazione ha scelto di puntare sui giovani e formare una squadra ancora più giovane.

Avrei voluto rimanere Predazzo ma con i problemi alla schiena sono uscito dal giro della nazionale e mi hanno trasferito a Domodossola nel SAGF (Soccorso Alpino della Guardia di Finanza) e nei primi anni ’90 ho fatto il corso nazionale per allenatori di biathlon perchè all’epoca il Presidente del comitato provinciale credeva in questo progetto.

Nel giro di 3 /4 anni il biathlon era cambiato tantissimo e bisognava andare in determinate zone quando c’erano delle gare e avere contatti con le persone per capire cosa era cambiato.  La cosa non è andata in porto, né il comitato provinciale né la FISI ci hanno creduto, perchè nel 1982 in Vigezzo erano stati organizzati i campionati italiani, durante l’estate abbiamo fatto due stage di allenamento di 10 giorni e una gara dimostrativa.
Alla gente piaceva e lo Sci Club Vigezzo ha investito dei soldi per costruire il poligono, ma le altre realtà non ci hanno creduto e la cosa è andata scemando.
Fatto il corso allenatore non sono stato più interpellato fino a metà anni ’90 quando un consigliere del comitato provinciale non mi ha chiesto del biathlon anche se poi la cosa non si è consolidata e non siamo andati avanti.

Le potenzialità ci sarebbero ma in Ossola non abbiamo un bacino di atleti così numeroso. In alcune annate c’erano numerosi ragazzi e buona parte facevano parte del Comitato Alpi Centrali.  Il biathlon attrae perchè c’è l’imprevedibiltà del tiro, lo dimostra il fatto che io alle Olimpiadi del 1980 (XIII Winter Games, Lake Placid) ero 3° e poi ho sbagliato due tiri nell’ultima serie e sono arrivato 19°.

Le armi sono molto care; qualche anno un amico allenatore valtellinese ha fatto comprare dal comune di Isolaccia (SO),  3 carabine al laser con il bersaglio associato il costo  era di 10.000€ cadauna.

In Italia il biathlon è un movimento vivo e in forte crescita, noto più costanza nelle donne rispetto ai maschi, e si presenta bene per le Olimpiadi 2026 dove le gare di biathlon si svolgeranno nell'Arena Alto Adige, ad Anterselva e il 90% degli allenamenti estivi e invernali si terranno li e per cui si conoscono tanti segreti della pista e del poligono.

Indipendentemente dallo sport è importante che le scuole invitino le vecchie glorie ossolane per far capire l’esperienza che si ha avuto nel mondo dello sport. Un mondo scolastico attento allo sport oggi più che mai. 

 

 

Paolo Vairoli e Adriano Darioli in allenamento a Lake Placid

Autore: Endlicher, Dieter
Luogo e data della ripresa: Stati Uniti d'America, 04/02/1980

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