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Animali selvatici, ambiente e coronavirus

Luca Mercalli
Siamo finiti in gabbia assieme all’orso M49

La cattura, lo scorso aprile, di M49 “Papillon” ha aperto il dibattito se sia giusto o sbagliato catturare preventivamente animali presunti pericolosi per l’uomo. Luca Mercalli ha affrontato il problema in un puntuale intervento su “Il fatto quotidiano” (20 aprile 2020). Sostiene Mercalli: “Dipende dai punti di vista, proviamo a metterci da quello dell'orso: ha sempre meno spazi, turismo, strade, piste da sci e infrastrutture invadono il territorio alpino, quindi o si estingue o si adatta e si fa avanti negli abitati. Vero che è un orso più audace dei suoi compari più orsi - anche tra di loro ci sono caratteri diversi - ma non ha mai fatto male agli umani.

Se dovessimo agire con lo stesso criterio di arresto preventivo nella nostra società, dovremmo incarcerare milioni di persone solo perché ritenute troppo aggressive, basta guardare i commenti su qualsiasi forum virtuale. Il danno presunto di Papillon non è per nulla proporzionale al danno che facciamo noi agli habitat naturali”.
Luca Mercalli è molto legato all’Ossola dove ha tenuto numerose conferenze ed ha studiato le serie meteorologiche dell’Istituto Rosmini di Domodossola.
Gli abbiamo chiesto un parere sull’emergenza Covid 19. “Una parte del mondo scientifico concorda su come la comparsa di nuovi virus sia da imputarsi al comportamento umano, una minaccia alla stabilità del clima e della biosfera causata dal nostro sistema economico e finanziario, basato su un paradigma di corte vedute che premia la crescita economica ad ogni costo. Pandemie come quella dell'attuale coronavirus emergono dal disturbo che l’uomo procura alla fauna selvatica e agli animali d’allevamento, serbatoi naturali di microorganismi che possono diventare patogeni per noi. La deforestazione, l’espansione di agricoltura e attività minerarie, il commercio di animali selvatici, creano la tempesta perfetta per il salto di specie dei microorganismi verso le persone che invadono habitat naturali ormai compromessi su più di tre quarti della superficie terrestre”.
Quali opportunità ci offre la riprogettazione della nostra vita e dei sistemi economici nella fase storica del post-Covid? “Per evitare crisi ancora peggiori in futuro occorre una maggiore protezione ambientale, meno agricoltura intensiva, meno viaggi aerei, meno energia fossile, più investimenti in sanità, ma soprattutto un nuovo paradigma economico fondato su una profonda responsabilità ambientale contro gli interessi del mondo business-as-usual che si oppongono a questa transizione. Per quanto ci sembri costoso oggi, sarà nulla di fronte alle perdite irreversibili del domani.
È la natura che stabilisce il nostro rating, non l'agenzia Fitch, chiaro?

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