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Dipingere l’estate

Paolo Crosa Lenz

Se è difficile dipingere l’inverno, è facile dipingere l’estate. Le alte Alpi esplodono di colori nell’effervescenza dell’estate in montagna e della pittura “en plain air”.
Maestro di questa pittura, in Val d’Ossola, fu Rino Stringara di Villadossola (1928 – 1993) che espose soprattutto a Santa Maria Maggiore e a Macugnaga.

A 44 anni, nel 1972 lasciò la professione di costruttore edile per dedicarsi a tempo pieno all’arte, unendo alla passione un duro apprendistato tecnico che gli permise di sviluppare uno stile personalissimo.
Questo quadro (“Il tiglio e Chiesa Vecchia a Macugnaga con sfondo del Rosa, Fillar e Jazzi”, tela 120 x 80, coll. priv.) è iconico della stazione alpina ai piedi del Monte Rosa: l’imponenza della montagna (con al centro il lungo “crestone” della Cima Jazzi su cui corre un impegnativo itinerario alpinistico) e i due simboli della storia walser di Macugnaga. Il primo è Chiesa Vecchia, costruita nel XIII-XIV secolo dai coloni walser provenienti dalla valle di Saas attraverso il valico del Monte Moro che oggi ospita all’esterno il cimitero degli alpinisti caduti sul Monte Rosa e la grande lapide che ricorda i soci defunti del GISM (Gruppo Italiano Scrittori di Montagna).
L’altro simbolo è il “vecchio tiglio” (Alte Lindebaum in lingua walser). È alto 15 m con una circonferenza di 8,3 m. Secondo una leggenda sarebbe stato portato come pianticella dalla Saastal ai tempi della colonizzazione.
Sulla sua datazione è in corso da decenni una feroce discussione: dai leggendari 700 anni, all’ipotesi di don Tullio Bertamini (500 anni) ai tecnici della Regione Piemonte (il tiglio è riconosciuto e tutelato come “albero monumentale”) che lo datano a 200 anni. 

 

“Il tiglio e Chiesa Vecchia a Macugnaga con sfondo del Rosa, Fillar e Jazzi” e “Autoritratto”, 1977. (da: “Rino Stringara” Grossi, Domodossola, 1992)

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Il Rosa - Giornale di Macugnaga e della Valle Anzasca
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