I censimenti primaverili del fagiano di monte
Lo scorso maggio sono stati effettuati i conteggi primaverili di fagiano di monte sui monti tutelati dalle Aree Protette dell’Ossola (i parchi naturali di alpe Veglia, alpe Devero e Alta Valle Antrona).
Questa attività ha lo scopo di definire lo stato della popolazione e la sua evoluzione nel tempo (se aumenta, diminuisce, oppure è stabile) ed è di primaria importanza per la conservazione di questa specie emblematica delle Alpi.
Il censimento prevede il conteggio dei maschi impegnati nelle parate nuziali che si svolgono alle primissime luci dell'alba. Diversi operatori si appostano in punti strategici, mantenuti di anno in anno, che garantiscono una buona visibilità dell'area da censire.
A volte è necessario il pernottamento in quota, per raggiungere le postazioni in tempo utile. Mi racconta l’amico Radames Bionda, tecnico faunistico delle APO che da trent’anni organizza i censimenti e tratta i dati: “Le condizioni climatiche particolarmente favorevoli che hanno caratterizzato le settimane scorse hanno consentito di effettuare entrambe le ripetizioni previste nelle due aree di Veglia e Devero, mentre il conteggio in Antrona è stato effettuato una sola volta. Sono stati conteggiati 68 maschi di fagiano di monte a Devero, 32 a Veglia e 18 in Antrona, dove l'area censita è meno estesa rispetto alle altre.
I numeri sono simili a quelli osservati l'anno precedente. Attività di questo tipo necessitano dell'impiego simultaneo di un numero elevato di operatori.
Alle cinque giornate dedicate all’attività, oltre al personale tecnico e ai guardiaparco dell'Ente, hanno partecipato ben 19 volontari”.
Sul finire della primavera i maschi di fagiano di monte si radunano poco prima dell’alba nelle arene di canto.
In questi siti, i maschi si affrontano in epiche battaglie canore che possono sfociare in veri e propri scontri fisici. Tutto questo avviene per conquistare l'accesso alle femmine e poter dare nuova linfa vitale alle popolazioni della specie. Meraviglia della Natura: la vita è riproduzione (“Bios”), ma per iprodursi bisogna sopravvivere.
In tempi di cambiamenti climatici accelerati, la stabilità delle popolazioni di fagiano di monte sulle Alpi Pennine e Lepontine è una buona notizia.
© Ruedi Aescchlimann